10 cose che (forse) non sai su Il mio vicino Totoro
Il mio vicino Totoro (となりのトトロ Tonari no Totoro, lett. “Totoro il vicino”) è un film del 1988 scritto e diretto dal maestro Hayao Miyazaki.
Il film ha vinto numerosi premi e riconoscimenti internazionali: tra cui l’Animage Anime Grand Prix nel 1988 e il premio come miglior film al Mainichi Film Concours nel 1989.
La fama del personaggio di Totoro è cresciuta fino al punto da diventare il logo stesso dello Studio Ghibli.
Ecco 10 cose che (forse) non sai su Il mio vicino Totoro.
- FILM AUTOBIOGRAFICO
Il maestro Hayao Miyazaki si è ispirato ad eventi realmente accaduti nella sua vita. Da bambino sua madre fu portata in ospedale per un gravissimo caso di tubercolosi e fu costretta a restare a letto dal 1947 al 1955.
Prima di poter essere accudita a casa da un’infermiera, passò i primi anni in ospedale. Nel film, la madre di Satsuki e Mei è affetta da una malattia simile che la costringe a restare in ospedale per l’intero corso del film. In realtà nel film non viene mai detto esplicitamente di cosa soffra la donna, ma il parallelismo è evidente.
In una versione letteraria della storia di Totoro, invece, viene detto che l’ospedale dove viene ricoverata la donna è quello di Shichikokuyama, specializzato proprio nella cura della tubercolosi. - NELLA PRIMA SCENEGGIATURA C’ERA SOLO UNA PROTAGONISTA
Uno degli elementi chiave de Il Mio Vicino Totoro è la dinamica tra le due sorelline, Satsuki e Mei. Ma nelle nelle prime versioni Miyazaki aveva immaginato un’unica ragazza come protagonista.
Però è proprio la presenza di due ragazzine che contribuisce ad alcuni dei momenti toccanti. Pensiamo ad esempio alla “scomparsa” di Mei e ai tentativi di Satsuki di ritrovarla. - INCASSI BASSI
Quando uscì al cinema, nell’Aprile del 1988, il film andò male. Incassò infatti 1.17 milioni di Yen in Giappone, a fronte di un budget di 304.221.364 di yen. Il film poi, grazie alla continue uscite internazionali è arrivato ad incassare 41 milioni di dollari (dati aggiornati a settembre 2019). - COSA È REALMENTE TOTORO?
Totoro è ovviamente una creatura fantastica.
Miyazaki si è ispirato a diverse creature, dando volutamente un background poco approfondito, probabilmente per ricreare quel sense of wonder delle creature di Alice nel paese delle meraviglie. Per la creazione di Totoro la figura ispiratrice principale è stata il Troll del folclore scandinavo. I troll abitavano nei boschi, nascondendosi agli esseri umani. Per le caratteristiche fisiche, Miyazaki si è ispirato a diversi animali tra cui la talpa, il procione e l’orso. Il nome stesso “Totoro” deriva dalla traslitterazione giapponese della parola “Troll” che si pronuncia “Tororu”. Diventerà “Totoro” per bocca di Mei, ancora troppo piccola per pronunciare correttamente le parole.
Miyazaki ha detto: “Non è uno spirito: è semplicemente un animale. Credo viva di ghiande. Probabilmente è il custode della foresta. Però è solo un’idea vaga, una approssimazione.” - LA CASA DI SATSUKE E MEI ESISTE DAVVERO
Goro Miyazaki, il figlio di Hayao ha fatto costruire la casa in cui le due piccole protagoniste vanno ad abitare all’inizio del film, quando, insieme al padre, si trasferiscono dalla città alla campagna. La casa, costruita in occasione dell’Expo 2005, è una replica fedele fine nei minimi dettagli. - IL MESE DI TOTORO
Totoro ha un mese tutto suo dedicato ai festeggiamenti: Maggio.
La scelta del mese deriva dai nomi delle due sorelle protagoniste, Mei e Satsuki. Entrambi i nomi sono costituiti da modi diversi di pronunciare il mese di maggio in giapponese.
Il primo è (banalmente) una traslitterazione della pronuncia inglese “may”.
Il secondo deriva dalla parola “sanaedzuki” che tradizionalmente identifica il mese di Maggio.
Nel paese del sol levante, Maggio è un mese dedicato alla primavera e alla natura, l’intera nazione si riempe di festival dedicati a questi temi.
Temi ben presenti nel film che ne costituiscono proprio l’ossatura.
Satsuki in Giappone è inoltre il vocabolo con cui ci si riferisce alla azalea indica, un tipico fiore primaverile. - CÈ PIÙ DI UN TOTORO
Il Totoro protagonista, quello alto due metri con il pelo grigio, lo abbiamo presente tutti. Forse non tutti sanno che il su vero nome è “Miminzuku” e ha 1.302 anni. Esistono poi un Totoro “medio” e uno “piccolo”. Quello medio (中トトロ, Chuu-Totoro) è di colore blu ed ha lo stesso motivo del torace del Totoro più grande.
Il vero nome è “Zuku” (ズク) ed ha 679 anni. Il Il piccolo Totoro (小トトロ, Chibi-Totoro) è bianco. È spesso traslucido e può scomparire dalla vista. La mano di solito non è disegnata, ma cresce dai capelli quando si soffia l’ocarina. Il vero nome è “Min” (ミン) ed ha 109 anni. - ISPIRATO AD ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Tra il classico Alice nel Paese delle Meraviglie e Il Mio Vicino Totoro esistono molti punti di contatto o parallelismi. Mei incontra il chibi-totoro, (il piccolo spirito Totoro bianco), e lo segue proprio come fa Alice con il bianconiglio. Alice attraversa la tana dello strano animaletto sbucando così nel Paese delle Meraviglie, Mei segue il chibi-totoro nel tunnel in mezzo ai cespugli e poi cade all’interno dell’albero di canfora.
Il Gattobus è un palese omaggio allo Stregatto immaginato da Lewis Carroll. Entrambi con un ghigno furbastro sempre ben evidente e con gli occhi ampi… Inoltre Miyazaki ripesca dal folclore giappoense. Stando a una antica credenza popolare i gatti anziani possiedono caratteristiche magiche che maturano con l’età. Oltre a essere molto saggi, possono mutare forma trasformandosi in quello che vogliono. Il Gattobus sarebbe quindi un gatto molto antico che ha deciso di mutare… in un autobus! - LA CITTÀ ESISTE DAVVERO
Il film si svolge in una città realmente esistente: Tokorozawa, nella prefettura di Saitama. Miyazaki ci ha vissuto parte della sua infanzia ed è rimasto profondamente legato alla città.
Un movimento locale per la preservazione delle aree rurali fuori città, molto ricche di fauna e flora boschiva ha scelto come proprio simbolo proprio Totoro. Miyazaki ha devoluto in beneficenza all’ente locale di preservazione della natura la bellezza di 3 milioni di dollari, ricavati dalla vendita del libro “Totoro no Furusato National Trust Movement”. - IL SIMBOLO DELLO STUDIO GHIBLI
Come dicevo al punto 3, il film realizzò degli incassi modesti.
Lo Studio Ghibli a causa dei costi di produzione dei film, si trovò così in una situazione economica precaria. Si decise così di vendere i diritti di sfruttamento del personaggio ad un produttore di giocattoli. Due anni dopo l’uscita de Il Mio vicino Totoro (durante i quali il film in Giappone aveva acquistato notorietà), uscì in commercio un peluche del personaggio. Fu un enorme successo di vendite, e una fetta dei guadagni andò ovviamente allo Studio Ghibli che così si risollevò economicamente.
Totoro aveva salvato lo Studio Ghibli dalla bancarotta, da quel momento in poi il personaggio è diventato il simbolo dello studio di animazione.