Principessa Mononoke – Riassunto
Principessa Mononoke もののけ姫 Mononoke-hime, “La principessa spettro”) è un film del 1997 scritto e diretto dal maestro Hayao Miyazaki.
Siamo in Giappone, nel periodo Muromachi (XIV – XVI secolo). Un villaggio viene attaccato da un gigantesco nume cinghiale.
Per salvare la propria gente Il giovane principe Ashitaka riesce ad ucciderlo e a salvare così il villaggio, ma nello scontro viene ferito al braccio, rimanendo così infettato
L’enorme cinghiale era diventato un demone dilaniato dal dolore. Dolore causato da una misteriosa palla di ferro (un proiettile) trovata nei suoi resti.
Viene così consultata la sciamana del villaggio: l’infezione/maledizione porterà Ashitaka alla morte.
Il giovane principe decide così di lasciare la sua terra e di dirigersi verso ovest. Il demone proveniva da li, forse essite una cura.
Durante il viaggio incontra un monaco di nome Jiko, da cui viene a sapere che ad ovest vive un “Dio della Foresta” (Shishigami) che potrebbe curarlo.
Nel suo viaggio il giovane principe salva due uomini feriti che facevano parte di un convoglio diretto alla Città del Ferro (Tataraba). Mentre i tre attraversano una foresta popolata da kodama, dall’altrsa parte di un fiume vedono San, detta “Moedno nonoke”, quella che gli abitanti del posto chiamano “principessa spettro”.
Arrivato alla Città del Ferro, Ashitaka incontra la signora Eboshi, da cui apprende che sono in lotta con gli dei-animali, dato che gli umani stanno deforestano la montagna per poter estrarre il ferro.
In uno di questi scontri e stato ferito Nago, il Nume Cinghiale che ha attaccato il villaggio di Ashitaka.
La Città è però anche un rifugio per gli emarginati della società come ad es. i lebbrosi, che hanno trovato lì una nuova ragione di vita.
In fondo gli abitanti della città non vogliono altro che avere un posto dove vivere felici, ma è hanno dalla paura degli dei-animali. Ai loro occhi appaiono come mostri che vogliono ucciderli, senza comprendere che sono in realtà forze della natura che combattono solo per proteggere la foresta che gli umani stanno distruggendo.
Arriva la notte e Mononoke irrompe nella città grazie all’aiuto dei suoi due fratelli lupi, con l’intenzione di uccidere Eboshi. La ragazza sfida la donna a duello, ma Ashitaka intervine e pone fine allo scontro.Mentre il principe ta portando via la ragazze, un colpo d’arma da fuoco partito per sbaglio lo ferisce gravemente…
La ragazza decide di aiutarlo e lo porta fino allo stagno del Dio della Foresta che guarisce Ashitaka dalla ferita, ma non rimuove la maledizione del Nume Cinghiale.
Il clan dei cinghiali guidato dal Nume Cinghiale Okkoto, arriva nella foresta. Stanchi dei soprusi degli umani, e adirati dal fato di Nago sono intenzionati ad attaccare città.
Moro, la dea-lupo madre adottiva di San, è stata anche lei infettata da un proiettile ed è ormai prossima alla sa fine, cerca di dissuadere i cinghiali. Un attacco frontale porterebbe unicamente il loro sterminio. il Nume Okkoto non è però intnezionato a fare un solo passo indietro…
La Città è attaccata dai samurai del Clan Asano, che chiede una percentuale del ferro come pagamento. Gli abitanti reiscono a respingerli grazie alla superiorità delle armi da fuoco.
Ricompare ache il monaco errante Jiko, è in realtà un inviato dell’Imperatore con la missione di trovare il Dio della Foresta e tagliargli la testa. Stanto a una antica leggenda, la testa del Dio della foresta dà la vita eterna a chiunque la possegga.
La signora Eboshi, che aveva ottenuto proprio dall’Imperatore gli archibugieri con cui è riuscita a sconfiggere gli spiriti, accetta di collaborare con il monaco
Ashitaka ormai ha capito che entrambe le fazioni sono accecate dalla rabbia e rifiutano così qualsiasi tentativo di comprendersi. Non avendo trovato una cura alla sua maledizione, conscio di essere condannato a una morte certa del fatto che lui da solo, non può impedire la guerra, decide di lasciare la foresta.
I rumori dell’assedio della fucina richiamo però la sua attenzione. Arrivato vicino alle mura viene infomato dalle donne della città della missione di Jiko e della signora Eboshi. Ashitaka decide così di correre da Eboshi per infomrala dell’attacco dei samurai. Spera così di farle rinunciare alla missione e salvare così con colposolo il Dio della Foresta, San e la fucina. Una volta arrivato al campo dove c’è stato lo scontro tra umani e cinghiali, escopre i resti di un vero e proprio massacro.
Il Nume Okkoto, unico sopravvissuto del suo clan, tenta di raggiungere il Dio della Foresta, insieme a San e ai suoi fratelli lupi.
Viene però sopraffatto dalla rabbia e l’odio verso gli umani, e inizia anche lui a mutarsi in un demone, inglobando la ragazza lupo.
Arrivati allo stagno del Dio della Foresta, Moro riesce a strappare San da Okkoto. La consegna ad Ashitaka, che la immerge in acqua eliminando così il fluido demoniaco che la ricopre.
Appare infine lo Spirito della Foresta, che pone fine all’agonia di Okkoto e Moro, donando loro una morte serena. Proprio in quel momento arriva Eboshi che, ignorando le supplihe di Ashitaka, spara al Dio della foresta riuscendo a mozzarne la testa, prontamnete recuperata dal monaco Jiko che la mette al sicuro in un contenitore di metallo.
Il Dio dell foresta si trasforma così in un “Dio della Morte”, un gigante liquido che, nella disperata ricerca della sua testa, uccide ogni cosa che tocca.
Inaspettatamente la testa di Moro, staccatas dal corpo del gigantesco lup, riesce con un ultimo scatto a compiere la la propria vendetta mozzando il braccio destro di Eboshi.
Dopo aver soccorso la signora, Ashitaka riesce a convincere San ad aiutarlo nel recuperare la testa.
Il Dio raggiunge la Fucina che è ancora sotto assedio. Solo una parte dei cittadini riesce a salvarsi, rifugiandosi nelle acque del lago, dove il fluido mortale sembra non poter entrare.
Ashitaka convince Jiko a farsi restituire la testa, lui e San la alzano al cielo insieme per renderla al Dio. Questo provoca l’espansione incontrollata della maledizione di Ashitaka, che così infetta anche San.
Il Dio sente la chiamata dei due ragazzi. Assimila la sua testa e inglobaanche Ashitaka e San, ma infine ritorna se stesso.
Arrivano le prime luci dell’alba, e il Dio della Morte, invece di tornare a essere il Dio-Cervo, si lascia cadere nel lago. L’enorme raffica di vento generata fa si che tutto il male svanisca dalla valle e che nelle zone distrutte ritorni la vita.
La città, la foresta e le colline disboscate si ricoprono di nuova vegetazione; tutti i feriti della fucina guariscono, compresi Ashitaka e San che vedono sparire la maledizione dai loro corpi.
San dice ad Ashitaka di tenere molto a lui, ma di non poter perdonare gli umani. Quindi continuerà a vivere nella foresta, insieme ai suoi fratelli lupi.
Ashitaka le dice che lui le rimarrà comunque accanto: vivrà nella Città e andrà sempre a trovare.
La signora Eboshi dal canto suo, dichiara di voler costruire una città migliore, dove gli abitanti vivranno rispettando la natura. Il monaco Jiko conclude ironicamente che “contro gli stupidi non c’è possibilità di vittoria”, parafrasando un antico proverbio giapponese.
Un Kodama compare nella foresta: spiriti della natura, animali e uomini sono di nuovo riuniti.